Il tessuto è un manufatto realizzato tramite un intreccio di fili perpendicolari tra loro: trama (verticali), e ordito (orizzontali).
Con “armatura” si indica invece lo schema che determina il modo di intrecciarsi di trama e ordito, e definisce il tipo di tessuto che si otterrà da quella tessitura.
Tutti i tessuti possono essere suddivisi in due macrocategorie:
Tinti in filo
Tessuto realizzato con fili precedentemente tinti in diversi colori. Questo necessità di uno studio per programmare la disposizione a telaio di trama e ordito, che indichi in modo specifico la successione esatta e l’alternanza dei colori.
Tinti in pezza
Tessuto ad unico colore costituito da fili grezzi, successivamente tinto per immersione in bagno.
Fibre e tessuti
Nel mondo della moda (settore abbigliamento), il tessuto è la materia prima fondamentale, in pratica è la seconda pelle che decidiamo di indossare ogni giorno.
La moda è fatta principalmente di due sensi: la vista e il tatto. Prima di stabile, vedendo, ciò che ci piace, oppure no, il tatto è il senso che precede qualsiasi passaggio. Le fibre, e la loro qualità, si imparano a conoscere, e a riconoscere, solo grazie al tatto.
In sostanza, è sia quello che determina la scelta del tessuto con cui uno stilista decide di confezionare un determinato capo, sia quello che dovremmo imparare ad usare di più noi, per riconoscere la qualità delle fibre, e di conseguenza decidere cosa acquistare. Per questo è molto importante acquistare non solo con gli occhi, ma soprattutto con le mani!
Le fibre si suddividono in quattro macro categorie:
- Animali,
- Vegetali,
- Artificiali,
- Sintetiche.
In ambito tessile a volte è facile confondere il termine “artificiale” con “sintetico”: entrambi si riferiscono a fibre prodotte dall’uomo, anche se hanno materie prime di partenza totalmente differenti.
Le fibre artificiali si ottengono da materie prime rinnovabili e sono assimilabili alle fibre naturali con l’unica differenza di essere trattate con elementi chimici.
Le fibre sintetiche come il poliestere, il nylon, l’elastan, il poliuretano, l’acrilico e le fibre poliammidiche, sono create dall’uomo attraverso reazioni chimiche, partendo da una materia prima plastica derivata dal petrolio.
Impariamo a conoscerle meglio!
Cotone
(Naturale – origine vegetale)
Il cotone è in assoluto la prima pianta tessile del mondo. La sua denominazione latina è Gossypium, si ricava dalla bambagia, cioè l’insieme dei filamenti che avvolgono i semi di questa generosa pianta.
È un tessuto naturale al 100%, composto al 90% di cellulosa. Oltre alla cellulosa contiene circa il 6% di umidità e di residui di grassi e impurità.
Caratteristiche
È ipoallergenico e traspirante, agevola la dispersione di calore corporeo e ha elevate proprietà di assorbimento. A seconda della lavorazione, può essere robusto e resistente, oppure leggero e morbido. È inoltre biodegradabile, ecologico e riciclabile. Il filato di cotone di migliore qualità e il Makó, di produzione egiziana.
Trattamento
Non ha bisogno di particolari attenzioni, può essere lavato a mano o in lavatrice, sopporta trattamenti ad alte temperature, per questo è in grado di assicurare la massima igiene.
Lino
(Naturale – origine vegetale)
Il lino è definito una fibra nobile, utilizzato fin dall’8.000 a.C., il che lo rende probabilmente il tessuto più antico al mondo. Composto al 70% di cellulosa, il lino è la fibra più naturale, ecologica e sostenibile, la cui coltivazione arricchisce l’humus del terreno, che non sfrutta l’utilizzo di irrigazione artificiale (è sufficiente l’acqua piovana), né di pesticidi.
Caratteristiche
Fresco e leggero, è una fibra molto resistente. Anallergico e battericida, riesce ad assorbire in modo ottimale l’umidità, contemporaneamente a far respirare la pelle, e a filtrare i raggi UVA. Anche il lino, seconda della finezza del filato e della sua destinazione d’uso, si può trovare in vari pesi. I più leggeri sono la tela d’olanda o basista.
Trattamento
È uno dei pochi tessuti che non si rovina con ripetuti lavaggi, anzi, grazie ad essi acquista maggiore morbidezza. Si può lavare in lavatrice a una temperatura massima di 60° per i bianchi, e non più di 40° per i colorati.
Lana
(Naturale – origine animale)
La lana è una fibra tessile naturale che si ottiene dal vello di ovini: pecore, cachemire, capre (mohair), conigli (angora), alpaca, lama e camelidi. La lana che si viene ad ottenere, é definita lana vergine. Con “mezzalana” si intende invece una componente mista ad altre fibre tessili.
Caratteristiche
Si tratta di una fibra tessile morbida, elastica e termicamente isolante . Il tessuto di lana non solo isola dal freddo ma anche dal caldo; alcune popolazioni la usano di giorno per ripararsi dal caldo e la sera dal freddo. Inoltre è 100% biodegradabile.
Trattamento
Si può lavare a secco, a mano o in lavatrice. Personalmente, ove possibile, preferisco alternare lavaggi a secco con quelli a mano, cosicché il capo mantenga la sua bellezza più a lungo. A mano lavare al massimo a 30 gradi, strizzare il capo delicatamente avvolto in un asciugamano, e asciugare in orizzontale perché il modello non si deformi.
Non stendere mai sopra una fonte diretta di calore. In lavatrice ci sono programmi appositi per lana e delicati, si possono lavare con un po’ di sapone di marsiglia e aceto. Stirare con calore moderato. Con soletta di protezione sopporta anche a temperature più alte.
Seta
(Naturale – origine animale)
La seta è una fibra proteica, di origine animale. Sono cinquantamila anni che il filo sottile e lucente generato dalla bava di un lepidottero da origine al più bello dei tessuti. Il percorso che dall’Estremo Oriente portava carichi di sete preziose agli altri regni medio-orientali, europei ed egiziani venne chiamato “Via della Seta”.
Da sempre considerata simbolo di regalità eleganza, la seta è stata per molto tempo un privilegio che solo gli antichi imperatori cinesi, i sacerdoti e pochi altri fortunati potevano permettersi.
A quei tempi il colore delle vesti confezionate con questo tessuto rappresentava addirittura la classe sociale di appartenenza. Il giallo era il colore di imperatore e imperatrice, il viola quello delle altre donne dell’imperatore, mentre il celeste degli ufficiali di corte.
La seta deve la sua unicità all’opera di un piccolo animaletto. Si tratta del Bombyx Mori, meglio conosciuto come baco da seta, una specie di falena che si nutre principalmente delle foglie del gelso.
La produzione del filo avviene grazie a due ghiandole all’interno delle quali avviene una sintesi chimica di tipo proteico. Il baco compie dei movimenti con il capo che riproducono idealmente la forma di un otto. La sostanza prodotta sotto forma di bava sottilissima, a contatto con l’aria gelifica istantaneamente.
Così, millimetro dopo millimetro, prende forma il bozzolo di seta grezza, la cui lunghezza media va dai 300 ai 900 metri. La seta è l’unico filo continuo di origine naturale che possiede analogie con quelli di origine chimica. Proprio attraverso lo studio e la riproduzione in laboratorio delle modalità di estrusione del filamento in seta, a cavallo tra ‘800 e ‘900, vennero create le prime fibre artificiali, chiamate appunto, “sete artificiali”.
Caratteristiche
Si tratta di una fibra lucida, leggera e morbida. È molto delicata. La lucentezza è la qualità più amata tra tutte, ed é tanto maggiore quanto più è pulita la superficie del filo e quanto più rotonda è la sua sensazione.
Trattamento
Se il capo è tinta unita é possibile lavare a mano, in acqua fredda, con un po’ di sapone per delicati. Non strizzare, per evitare che rimangano segni, appendere il capo in gruccia cosicché l’acqua scoli.
Per quanto riguarda i capi fantasia, soprattutto quelli realizzati con tessuti tinti in pezza, é sempre meglio il lavaggio a secco. Con il lavaggio a mano i colori potrebbero migrare, e il capo sarebbe irrimediabilmente rovinato. Meglio non rischiare!
Viscosa – Rayon
(Artificiale – derivazione vegetale)
La viscosa nasce nei primi anni del ‘900 dall’esigenza di trovare una fibra morbida come la seta, ma molto più economica. Il boom avviene intorno al 1930 quando prende anche il nome di “Rayon”. La viscosa, o rayon, è una fibra artificiale ottenuta dalla cellulosa, attraverso un processo chimico. Proprio per questo inizialmente venne denominata “seta vegetale”.
Si ottiene dalla polpa del legno (cellulosa) di alberi come faggio, eucalipto, pino, mais e bambù, poi viene immersa e sciolta in una soluzione chimica.
È senza dubbio la più naturale tra le fibre sintetiche, ma, il processo chimico di produzione prevede un trattamento con sostanze inquinanti, che purtroppo vengono spesso disperse nell’aria e nell’acqua – Secondo un report della fondazione Changing Markets Foundation, il 63% della viscosa prodotta a livello mondiale sarebbe prodotta in Cina per i grandi brand di abbigliamento con grandi danni per l’ambiente, a causa sia della dispersione non controllata di sostanze inquinanti come il disolfuro di carbonio, l’idrossido di sodio, l’acido solforico e l’idrogeno solforato.
La viscosa ha tutte le potenzialità per diventare una fibra sostenibile al 100%, ma occorre abbattere la produzione inquinante per far posto all’introduzione di metodi alternativi più responsabili.
Caratteristiche
Si tratta di una fibra lucida, resistente, molto morbida al tatto, particolarmente piacevole da indossare. È resistente e biodegradabile, assorbe bene i colori, che appaiono più luminosi rispetto ai classici tessuti naturali.
Trattamento
Si può lavare sia a mano che in lavatrice, ma a bassa temperatura, perché può restringersi facilmente. Per il lavaggio in lavatrice, occorre seguire alcune accortezze: la macchina va caricata con capi simili per colore e consistenza. Indumenti più rigidi e pesanti come i jeans possono rovinarla durante l’operazione.
Un trucco per proteggere la fibra durante il lavaggio consiste nell’inserire il capo in un sacchetto per la biancheria: in questo modo non si rischia la lacerazione per il contatto con gli altri tessuti. È sempre consigliabile seguire le indicazioni di lavaggio sull’etichetta.
Dove non fosse presente, personalmente adotto lo stesso trattamento della seta. Se il capo è fantasia, il lavaggio a secco é sempre il più indicato.
Poliestere
(Sintetica)
Il poliestere è un derivato dal petrolio, si tratta di una delle fibre sintetiche più utilizzate nel settore tessile. Tra le diverse tipologie, quello utilizzato per i tessuti è il cosiddetto PET, ovvero polietilene tereftalato che, dal tipo di lavorazione, può dare luce ad altri materiali tessili, come l’organza e il pile. E’ stato con l’evolversi dell’industria chimica che nel primo dopoguerra i prodotti sintetici come il poliestere, più economici e più facili da lavorare, hanno pian pian conquistato quella quota di mercato tessile che era esclusiva delle fibre naturali.
Caratteristiche
Si distingue per la resistenza, l’elasticità e l’idrorepellenza. È luminoso, mantiene la forma e difficilmente si stropiccia. Facile da pulire e da stirare, si asciuga molto rapidamente perché assorbe meno acqua. In genere non lascia respirare la pelle, ma esistono anche prodotti in poliestere “ad alte prestazioni” appositamente progettati per lo sport.
Proprio per la sua resistenza viene spesso impiegato insieme alla lana, al cotone o ad altre fibre naturali per aumentarne la robustezza. Questo fa anche in modo che il capo non si sgualcisca facilmente. Il poliestere è inoltre un tessuto antimacchia e anti-umido. È un materiale sintetico altamente tossico. Le sostanze tossiche presenti nel tessuto entrano in contatto con il nostro corpo e vengono rilasciate dai vestiti ad ogni lavaggio, contaminando mari e oceani.
La maggior parte dei poliesteri non è biodegradabile, ne riciclabile, il che significa che una camicia in tessuto di poliestere non si decompone per 20 – 200 anni. Un altra cosa negativa degli indumenti in poliestere è che accumulano cariche elettrostatiche, con il risultato che gli abiti si “incollano” al nostro corpo, e provocano quella fastidiosissima scossa quando tocchiamo altre persone.
Trattamento
Essendo molto resistente non ha bisogno di particolari attenzioni, quindi può essere tranquillamente lavato in lavatrice. Se mixato con altre fibre, come lana o cotone, il mio consiglio è quello di adottare il sistema di lavaggio del materiale nobile. Il poliestere è altamente infiammabile, va stirato a temperatura medio-bassa o con il vapore.
Acrilico
(Sintetica)
L’acrilico è una fibra sintetica nata come alternativa alla lana. Per la sua resistenza e facilità d’impiego, oggi ha numerosi utilizzi nell’abbigliamento, in particolare nel settore maglieria: maglioni, calze, capi sportivi, e così via. Serve anche per produrre pellicce finte.
Proprio come il nylon e il poliestere, anche l’acrilico è stato creato dalla DuPont nel 1941 sotto il nome commerciale di Orlon®. Altri brevetti che si riferiscono alle fibre acriliche sono l’italiano Leacril® e il tedesco Dralon®. Molto spesso, nei capi vintage, si trovano questi nomi nelle etichette.
Caratteristiche
La sua qualità “laniera” è quella che lo contraddistingue principalmente. Infatti, i capi d’abbigliamento in acrilico ci danno una sensazione di morbidezza molto simile a quelli in lana, ma sono decisamente meno caldi. Inoltre, è abbastanza predisposto al fenomeno del pilling. Come il poliestere anche l’acrilico è un materiale idrofobo, accumula cariche elettrostatiche.
Trattamento
Valgono le stesse indicazioni del poliestere. Se mixato con altre fibre, come lana o cotone, il mio consiglio è quello di adottare il sistema di lavaggio del materiale nobile. Il poliestere è altamente infiammabile, va stirato a temperatura medio-bassa o con il vapore.
Grazie per la lettura!